L'ERBARIO DELLA BONIFICA
Un progetto sperimentale di gestione della vegetazione nei canali di bonifica a cura del Consorzio di Burana
I canali e i cavi di bonifica rappresentano dei veri e propri corridoi ecologici artificiali, capaci di collegare tra loro aree di interesse naturalistico, garantendo la colonizzazione delle specie animali e vegetali ed il contatto tra le diverse sottopopolazioni. La continuità dell’habitat costituisce infatti una condizione fondamentale, influendo direttamente sulla biodiversità e sulla stabilità di un ambiente. E’ con questo presupposto che il Consorzio Bonifica di Burana ha intrapreso un progetto sperimentale di gestione della vegetazione nei canali di bonifica, per individuare ed applicare modalità gestionali e soluzioni tecniche che migliorassero la situazione degli ecosistemi presenti sul proprio comprensorio, compatibilmente con la funzione istituzionale volta a garantire la sicurezza idraulica.
Dal progetto sperimentale è scaturita anche la realizzazione di un erbario, che è stato pubblicato in schede dove sono riportate le caratteristiche scientifiche delle piante acquatiche e di sponda rinvenute nei canali del comprensorio di Burana. Tali informazioni sono state arricchite da note di carattere folclorico, legate a leggende o usi officinali relative ad ogni pianta.
L’iniziativa verrà presentata a Modena sabato 26 maggio, alle ore 17, presso l’aula magna del Dipartimento del museo di Paleobiologia dell’Orto Botanico dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Saranno presenti il presidente del Consorzio di Burana Fausto Balboni, il direttore generale Gianni Chiarelli curatori della realizzazione delle schede.
Da venerdì 25 a domenica 27 sarà inoltre allestita dal Burana, nell’ambito della ‘Fiera dei Fiori’, una mostra con le schede fotografiche dell’ ‘erbario’.
“Se la salvaguardia si attua attraverso la conoscenza – dice il presidente Fausto Balboni - l’erbario si propone come strumento utile per la tutela di un patrimonio naturalistico, vera ricchezza per il nostro territorio, tesoro sempre più difficile da custodire”.
In alcuni tratti di canali e cavi consorziali non è stata effettuata alcuna operazione di diserbo meccanico, in altri ancora lo si è posticipato dal periodo primaverile a quello autunnale. “Sono quindi stati analizzati gli effetti sulla fauna e sulla flora che avevano eletto detti corsi d’acqua a proprio habitat – spiega Gianni Chiarelli – ed il lavoro ha avuto inizio nel 2005”. Dopo un accurato monitoraggio sono stati ritenuti idonei, tra i 408 presenti nel comprensorio di bassa pianura che si estende su una superficie complessiva di 75.000 ettari circa, 25 tratti di canali consortili, per una lunghezza di trenta chilometri (di cui 10 ubicati in Provincia di Modena, 3 in provincia di Mantova, 3 in provincia di Ferrara e 6 che si sviluppano tra le diverse province).
“Dal punto di vista metodologico – precisa Chiarelli - in alcuni tratti di canali e cavi consorziali non si è effettuato alcun tipo di operazioni di diserbo meccanico, in altri è stato effettuato quello meccanico limitatamente ad una sola sponda mentre in alcuni tratti di canali si sono posticipate le operazioni di diserbo meccanico, generalmente eseguito nel periodo primaverile e primaverile-estivo, al periodo autunnale.
Sono quindi stati raccolti e catalogati i dati salienti emersi, che oggi costituiscono una utile banca dati per monitorare l’evoluzione e lo sviluppo della vegetazione durante il periodo intercorso. Sono state registrate inoltre informazioni sulla presenza e la distribuzione della fauna selvatica che popola il singolo tratto del corso d’acqua consortile. Questi risultati - conclude Chiarelli - sono stati confrontati per valutare le diverse forme di sviluppo e comportamento che la vegetazione nei canali di bonifica assume, a fronte delle varie tecniche di contenimento adottate”.